Tensioni e campioni. Storie e leggende. Dal 1979 Trigoria è il luogo dove nascono i sogni di un popolo che ha fatto della Roma una ragione di vita. Una passione senza sosta che vede il buen retiro romanista come la sublimazione di un sentimento sempre acceso.
Trigoria è, infatti, l’emblema del rapporto fisico tra tifoseria e squadra. Perché «esistono i tifosi di calcio e poi esistono i tifosi della Roma», diceva Agostino Di Bartolomei, mai dimenticato capitano del secondo scudetto giallorosso. Luogo di tensioni, come quelle del 24 settembre 2000, quando mille ultras si presentarono per contestare la squadra in maniera decisamente accesa dopo l’eliminazione dalla Coppa Italia (squadra che, però, nove mesi dopo vincerà il campionato forse grazie anche a questo «scambio di idee»).
Luogo di campioni, affermati o cresciuti dentro le mura del Bernardini, come Francesco Totti, che frequenta Trigoria come una seconda casa dal 1989 al 28 maggio del 2017, ultimo giorno di una carriera inarrivabile. Luogo di festeggiamenti, come la notte del 25 maggio 2022 con la Conference League, prima coppa europea a entrare dentro l’impianto. Luogo qualche volta indicato come contenitore di abitudini e comportamenti poco adatti a costruire una mentalità vincente.
Verità o leggenda? Alibi per spiegare gli insuccessi o rappresentazione attendibile della realtà? Gli americani dicono What happens in Vegas stays in Vegas (quello che succede a Las Vegas rimane a Las Vegas), per noi invece «quello che succede a Trigoria va nel nostro libro». Per svelarne un bel po’ di segreti.
Prefazione di Francesco Totti.