Che cosa unisce la leggenda del Santo Graal, i racconti di re Artù e dei cavalieri della Tavola rotonda alla tradizione primordiale, a Melkitsedeq, ai Magi? Che cosa hanno in comune l’esoterismo cristiano e quello islamico? E la voce interiore? A queste e altre domande cerca di rispondere il protagonista della storia, un generale in pensione che, attraverso una coinvolgente narrazione, passa in rassegna le dottrine e le ipotesi filosofico-religiose sulle quali non ha mai smesso di interrogarsi.
Il lume e la lama è soprattutto il dialogo appassionato tra l’ex generale e i suoi «compagni di carta»: i libri, fedeli amici, che lo hanno accompagnato nel lungo viaggio della vita. Un dialogo che nasce dalle note a margine, sottolineature, punti esclamativi e interrogativi raccolti in oltre vent’anni di letture che l’autore ha deciso di mettere nero su bianco per dar voce alle sue riflessioni più profonde generate dal confronto con i Grandi del passato. Perché i libri dicono, ascoltano, interrogano, rispondono, commuovono…
Una sorta di archivio parlante che vuole rendere omaggio ai pensatori, letterati, filosofi che l’autore ha amato di più e lo hanno guidato verso lo «specchio perfetto», quell’incontro con qualcuno di speciale, un maestro, capace di riflettere l’immagine reale di noi e di aiutarci nel nostro cammino di crescita spirituale.
Il protagonista è infatti convinto che l’umanità sia avvolta nel mistero e che in ogni uomo, palese o sopita, ci sia l’ansia di ricerca di ciò che si cela oltre le cose. Si pone così in ascolto e quando infine comprende che la vita altro non è che un processo di formazione, gli è concesso il lume per fare luce nella notte dell’anima e la lama per liberarsi del superfluo e finalmente viaggiare leggero.